Text: Angela Acanfora
Prada presenta 24 Hours Museum, il progetto in collaborazione con Francesco Vezzoli e Studio Amo che aprirà a Parigi il 24 gennaio per chiudere il giorno dopo.
Questo il progetto presentato da Prada e firmato da Francesco Vezzoli, artista concettuale italiano che gioca con allusioni sessuali e oggetti kitsch, in collaborazione con lo studio AMO di Rem Koolhaas, che trasformerà gli interni di Palais d'Inèa, a Parigi - antico edificio neoclassico, adibito oggi a riunioni politiche - in un museo aperto e visitabile per un solo giorno. Pareti mobili, collage digitali, riproduzioni fotografiche, statue classiche che si colorano di luci psichedeliche trasformandosi in vestali della disco music, daranno vita a sculture ironiche e contemporanee. L'allestimento della mostra-lampo sarà curato dall'archistar danese Rem Koolhass, lo stesso che ha ideato la spoglia, ma evocativa ambientazione della sfilata di domenica scorsa a Milano di Prada. Un concentrato di arte in sole 24 ore, che proporrà tre momenti distinti, ognuno ispirato a un particolare tipo di spazio museale: storico, contemporaneo e dimenticato. Tre momenti funzionali alla sequenza di eventi che scandiranno le 24 ore e che occuperanno punti diversi del palazzo. Vezzoli promette un'esibizione che unisce il classico marmoreo al mondo delle celebrities.
L'istallazione in puro stile pop-up concepita dall'artista per Prada, un museo immaginario che prenderà vita da martedì 24 gennaio fino a mercoledì 25. Un concentrato di arte che proporrà tre momenti distinti, ognuno ispirato a un particolare tipo di spazio museale: storico, contemporaneo e dimenticato. Tre momenti funzionali alla sequenza di eventi che scandiranno le 24 ore e che occuperanno punti diversi del palazzo. Vezzoli promette un'esibizione che unisce il classico marmoreo al mondo delle celebrities.
Il percorso partirà dallo spazio centrale, concepito come una grande gabbia metallica di griglie e neon che ospiterà l'opera principale, fino a diramarsi nei tre ambiti. L'idea dell'artista è quella di creare un "museo che non c'è", come omaggio all'eterno femminino; "le mie icone, diventate sculture, poggiate su marmorei piedistalli", spiega Vezzoli. Per questo colloca in cima alla scalinata, epicentro dell'edificio, una grandiosa scultura femminile, personalizzandola con le sembianze di una misteriosa divina.
The Guardian è il suo nome e vuole illuminare la stanza come "qualcosa che potresti trovare per la strada, in viaggio verso un bordello a Las Vegas". È la celebrazione di un rito collettivo di visite, red carpet, complessi d'Edipo e visioni notturne. Prada interviene per realizzare un nuovo progetto di sperimentazione linguistica e visiva, come un palcoscenico di una grande festa barocca, contaminata da arti visive, consumismo e spettacolo. Non è la prima collaborazione tra l'artista e la maison, ma certamente non deluderà nessuno. Scopo del progetto è infatti quello di far sorridere i visitatori, perché "le persone sono infelici ai giorni nostri, e se riuscirò a strappargli una risata nella mia disco-scultura, vorrà dire qualcosa", spiega Vezzoli.