La vagina è da sempre l'oggetto più rappresentato dagli artisti di tutto il mondo.
Nè è una prova vivente l'artista Morgana Orsetta Ghini, giovane artista che lavora a Pietrasanta e ha al suo attivo mostre in tutta Italia e all'esteroche ne ha fatto il motivo ispiratore delle sue opere.
Cuscini di Morgana Orsetta Ghini.
Gioielli di Morgana Orsetta Ghini.
Scultura in vetroresina.
Sculture in ferro.
La scultrice Morgana mentre realizza un'opera.
È ciò che rende donna una donna ed è ciò che fa di Morgana Orsetta Ghini un'artista unica. La vagina. È lei il motivo ispiratore, l'unico, di questa giovane scultrice nata nel 1978 e diplomatasi nel 2001 a Carrara. Al suo attivo ci sono già mostre collettive e personali, in Italia e non solo. Ovunque lei porta nuove interpretazioni di quello che è diventato il filo conduttore della sua produzione, il nucleo della sua riflessione artistica.
A cambiare sono solo i materiali, marmo, ferro, oro e argento per piccoli deliziosi gioielli, stoffa, gesso o vetroresina. La vagina è per Morgana Orsetta Ghini un mondo intero o meglio, come già aveva inteso Gustave Courbet, l'origine del mondo: ciò da cui tutto arriva.
Ma come si decide di fare della vagina un'opera d'arte?
«Tutto è cominciato davvero per caso, quando ero ancora all'Accademia. Durante le copie dal vero, con la modella nuda, era la parte più vicina a me, quella che vedevo meglio. Mi sono resa conto che man mano i miei lavori si riducevano a quel particolare. Mostrando poi i miei disegni, sfogliando un rotolo infinito di vagine, i commenti che suscitavo erano imbarazzati o allusivi. Qualcuno ha anche ipotizzato che fossi lesbica perché le ritraevo. Mi ha sorpreso che opere che nulla avevano di erotico o esplicitamente sensuale facessero discutere in quel modo. Ho voluto quindi approfondire questo tema soprattutto sviluppando il suo legame con la nascita e la vita».
I cambiamenti nell'uso dei materiali ne modificano sensibilmente aspetto e carattere.
«È vero e su questo si svolge la mia riflessione artistica. Il marmo paradossalmente le conferisce un aspetto più morbido, mentre l'uso del ferro mette maggiormente in risalto l'aggressività».
E dalle sculture maxi si passa a quelle "portatili", ovvero ai gioielli. Orecchini, ciondoli e anelli per portare in giro, con orgoglio, la vagina. Anche Arisa, al Festival di Sanremo ne sfoggiava uno (ne ha parlato a Le invasioni barbariche intervistata da Daria Bignardi).
Ma perché si sceglie di mettere al collo o al dito una vagina?
«Ho osservato le reazioni di chi veniva ad acquistare questi gioielli e ho cercato di capire le motivazioni. Certo all'inizio c'è un po' di ritrosia, qualche giustificazione, ma le donne si sono sempre dimostrate, prima di ogni altra cosa, orgogliose di portare al dito o addosso una vagina. Dopotutto è ciò che ci caratterizza. C'è anche una parte di giocosità e divertimento nell'indossare questi gioielli ma, posto che ormai le donne non ritengono di dover dimostrare più nulla riguardo alla loro femminilità, è soprattutto l'espressione del desiderio di dirsi donne nel modo più autentico e naturale».
Si può dire che tu hai fatto con la scultura e l'arte ciò che "I monologhi della vagina" hanno fatto a livello letterario e teatrale? Ovvero, innanzitutto, sdoganare un termine, vagina, parola che spesso non si ha il coraggio di pronunciare?
«Sì, in qualche modo è vero. Io alla fine preferisco chiamarla vagina, molto meglio di altri vezzeggiativi e nomignoli che dimostrano imbarazzo per ciò che imbarazzo non dovrebbe suscitare».
A cosa stai lavorando ora?
«A Pietrasanta mi sto occupando di una serie di acquasantiere per una mostra. Ancora una volta rimanderanno al tema della vagina. Sto sperimentando l'utilizzo della ceramica raku solo in bianco e nero e l'effetto molto crepato che si riesce a ottenere. Sembra che queste acquasantiere siano vuote, in realtà nascondono l'acqua, ovvero la vita».
Tr.
The vagina is always the object as represented by artists from around the world.Neither is a living proof of the artist Morgana Orsetta Ghini, a young artist who works in Pietrasanta has to his credit and exhibitions throughout Italy and all'esteroche made it the inspiration of his works.
This is what makes a woman a woman and that is what makes an artist unique Morgana Orsetta Ghini. The vagina. She is the inspiration of the unique, this young sculptor born in 1978 and graduated in 2001 at Carrara. To his credit, there are already solo and group exhibitions in Italy and beyond. Wherever she brings new interpretations of what has become the leitmotif of his work, the core of his artistic thought.
To change only the materials, marble, iron, gold and silver for small delicious jewelry, fabric, plaster or fiberglass. The vagina is Morgana Orsetta Ghini a whole world, or rather, as he had intended Gustave Courbet, the origin of the world: that from which everything comes.
But who decided to make the vagina a work of art?
"It all really started by accident when I was at the Academy. During the copies from the truth, with the nude model, was the part closest to me, that I saw better. I realized that as my work is reduced to that particular. Then showing my drawings, flipping through an endless roll of vaginas, the comments were suscitavo embarrassed or allusive. Some even assumed that I was a lesbian because ritraevo. I was surprised that works that were in no way explicitly erotic or sensual did discuss that. I then wanted to pursue this issue in particular by developing its ties with the birth and life. "
The changes in the use of materials about a distinct change appearance and behavior.
"It's true about this place is my artistic reflection. The marble paradoxically gives a softer, while the use of iron puts greater emphasis on aggression. "
And the giant sculptures will go to those "portable", or jewelry. Earrings, pendants and rings to carry around with pride, the vagina. Even Arisa, the Festival of Sanremo he sported one (he has spoken to The Barbarian Invasions interviewed by Daria Bignardi).
But why did you choose to put your neck or finger a vagina?
"I have observed the reactions of those who came to buy these jewels and tried to understand the motives. Certainly the beginning is a bit 'of shyness, some justification, but women have always demonstrated, first of all, proud to bring him the finger or a vagina. After all, is what characterizes us. There is also a part of playfulness and fun of wearing these jewels, but, given that women now do not feel they have to prove anything about their femininity, it is primarily the expression of the desire to say women in the most authentic and natural '.
You can say you've done with the sculpture and the art that "The Vagina Monologues" have done in literature and theater? That is, first, a clear deadline, vagina, words that often do not have the courage to say?
"Yes, to some extent is true. I prefer to call it the end of the vagina, much better than other pet names and nicknames that show embarrassing embarrassment for what should not stir. "
What are you working on now?
"In Pietrasanta I am working on a set of fonts for a show. Once again postpone the issue of the vagina. I'm experimenting with the use of ceramic raku only in black and white and very cracked the effect that you can get. It seems that these fonts are empty, in fact hide the water, that of life. "
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