domenica 5 maggio 2013

"Arrivederci: GRETA GARBO ITALIANA."


L'avevano definita "la Greta Garbo italiana". Non a caso la sua biografia, uscita nel 2006 per Mondadori, si intitola L'ultima diva. Era una diva Rossella Falk di quelle d'altri tempi, grande signora dello spettacolo e donna di raffinata eleganza. Curiosa, colta, un'intelligenza vivace, vantava frequentazioni cosmopolite e amicizie con i grandi dello spettacolo di tutto il mondo. 

Parlava quattro lingue, era stata traduttrice dal russo e dall'inglese, era cultrice di Tennessee Williams ("l'ho conosciuto - ricordava - era rosso, piccolo, vivace e simpatico"). Intima di Jean Cocteau e Noël Coward, di Dirk Bogard e Peter O'Toole ("ricordo i nostri giri notturni nella swingin' London, con lui vestito da donna... altri tempi, oggi c'è troppo conformismo") e di Maria Callas, proprio con la 




Divina aveva condiviso un rapporto d'amicizia lungo vent'anni, fino alla sua scomparsa, e aveva voluto ricordarla e celebrarla con uno spettacolo portato in tournée in tutto il mondo dal 2004 al 2006, Vissi d'arte, vissi d'amore, un recital in cui aveva raccontato e interpretato suoi ricordi personali, interviste e scritti.




"Fin dai primi momenti della mia carriera mi sentivo guardata in un certo modo, quasi con soggezione. Mi vedevano alta, regale, con un portamento naturale che sembrava mettere in riga la gente. Entravo in scena, o in una stanza, e mi rimiravano come la Madonna", raccontò la Falk in un'intervista. Andò così anche con Giorgio De Lullo - con il quale fonderà la Compagnia dei Giovani - o almeno così la raccontava lei, con una punta di vezzosità, ricordando di quando lo aveva incontrato "per caso, a Roma, in piazza Mazzini" e lui le disse "venga all'Accademia, lì sono tutte racchie, lei è bella: puntò sulla vanità e io andai, fui ammessa, diventai attrice". 

La bellezza passò in secondo piano quando di Rossella attrice emersero qualità e sensibilità. Dal 1951 al 1953 è nella compagnia di Rina Morelli e Paolo Stoppa ma è il 1954 l'anno che segna il suo destino, quando cioè insieme a De Lullo e Romolo Valli fonda la compagnia "che poi la critica - precisava lei - chiamò dei Giovani". Al nucleo originario si aggiungeranno Tino Buazzelli, Anna Maria Guarnieri, Elsa Albani. Per la prima volta, nel teatro italiano del dopoguerra, si videro recitare insieme giovani attori in ruoli da protagonisti che, fino a pochi anni prima, erano stati appannaggio esclusivo di interpreti maturi e collaudati come Ruggero Ruggeri, Marta Abba, Gino Cervi, Andreina Pagnani.




 I Giovani fecero una piccola grande rivoluzione: la forza di una compagnia non era più nel singolo mattatore ma nel gruppo. Una coesione, uno stile e un rigore che non vennero meno neanche quando la Compagnia (che si era associata alla Morelli-Stoppa) chiuse i battenti nel 1972: De Lullo, Valli, Falk, Albani continuarono a recitare insieme anche negli anni a venire.


Fra le interpretazioni di Rossella Falk si ricordano La bugiarda (1955), D'amore si muore (1958), Sei personaggi in cerca d'autore (1963), Tre sorelle (1964), Il gioco delle parti (1966), Metti una sera a cena (1967), L'amica delle mogli (1968), La signora delle camelie (1975). Poi, l'assenza dal palcoscenico, per alcuni anni. E il ritorno  all'inizio degli anni Ottanta: fra i suoi lavori Maria Stuarda (1983), L'aquila a due teste (1984),Amanda Amaranda (1988), La dolce ala della giovinezza (1989), I parenti terribili(1991). Fra i suoi impegni più recenti Sinfonia d'autunno (2008) e Est Ovest (2009). E un cruccio, legato ancora a quel suo aspetto "regale": "Essere alta un metro e settantasei, che ai miei tempi era davvero molto, mi ha impedito di interpretari certi ruoli tradizionali come Ofelia o Giulietta, insomma quelle fanciulle vulnerabili, palpitanti. Fui sempre chiamata a impersonare donne di grande carattere, inavvicinabili. Ma io non sono così". Carattere però ne aveva, per occuparsi di ciò che aveva sempre frequentato: dal 1981 al 1997 è direttore artistico del Teatro Eliseo di Roma insieme a Giuseppe Battista e Umberto Orsini. 



In teatro era stata diretta dai più importanti registi italiani, da Luchino Visconti a Franco Zeffirelli, da Orazio Costa a Giancarlo Cobelli, Giuseppe Patroni Griffi. E benché corteggiatissima dal cinema, privilegiò sempre la carriera teatrale. Fu più per curiosità, forse, che partecipò ad alcune fiction televisive, genere che presto catalogò, "spesso recitazione pessima storie scopiazzate". Mentre al cinema fu il Grillo parlante in 8 e 1/2di Fellini, partecipò a Io la conoscevo bene (1965) di Antonio Pietrangeli, all'horror La tarantola dal ventre nero di Paolo Cavara (1971) e a Non ho sonno di Dario Argento (2001). Fece anche un'incursione a Hollywood, in Quando muore una stella (The Legend of Lylah Clare, 1968) di Robert Aldrich.





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